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Visualizzazione dei post con l'etichetta canzoni siciliane

Antonio Monforte

Antonio Monforte Antonio Monforte nasce a Catania il 17 febbraio 1969, inizia a esibirsi come chitarrista acustico ed elettrico in varie band catanesi facendo il turnista per tanti anni tra sale di registrazione e piazze della Sicilia non abbandonando mai la sua indole da cantautore. Dal 2001 si esibisce in acustico chitarra e voce con i Figli di un do minore in tutti i pub dell’isola ma porta avanti un progetto inedito parallelo come cantautore. Da qualche anno il repertorio si è arricchito anche di canzoni in dialettto siciliano come Sugnu Pazzu colonna sonora del cortometraggio “Desiderio in amore”, vincitore del Premio Peppone D’oro al festival di Brescello 2005 e finalista al premio Massimo Troisi. E' così che nasce la collaborazione con il regista Giacomo Maimone con il quale crea uno spettacolo teatrale tutto in dialetto siculo dal titolo “Tra cinema musica e teatro” dove le canzoni di Antonio si intersecano con i corti di Maimone. Nell’estate del 2008 vince il

Antonella Arancio - Senza di tia

Antonella Arancio - Senza di tia  

MARA ELI

MARA ELI   IL TESTAMENTO ARTISTICO DI MARA ELI  

ETTA SCOLLO

Il Fiore Splendente Con "IL FIORE SPLENDENTE" Etta Scollo presenta il suo nuovo album.  Video:    Etta Scollo ~ Pirati A Palermu Guarda     Testo canzone: I pirati a Palermo (Ital.) I pirati a Palermo (Ital.) Arrivarono le navi tante navi a Palermo i pirati sbarcarono con facce d'inferno. Ci rubarono il sole, il sole, restammo al buio, che buio, Sicilia (piange) tutto l'oro delle arance rubarono i pirati, le campagne lasciarono spoglie nella nebbia. Ci rubarono il sole, il sole, restammo al buio, che buio, Sicilia (piange) I colori del mare ci hanno rubato, che danno! I pesci sono impazziti che lamento che fanno. Ci rubarono il sole, il sole, restammo al buio, che buio, Sicilia (piange)

Mario Incudine ed il gruppo di musica popolare “Terra”

Il gruppo di musica popolare “Terra”, diretto da Mario Incudine, nasce con l’intento di rivalutare il patrimonio poetico e musicale siciliano attraverso la rilettura di vecchi canti con nuovi arrangiamenti e sonorità interetniche che mettono in evidenza, grazie all’uso di strumenti tipici quali, mandolino, mandola, bouzouki, tammorre, zampogne e flauti, la stratificazione culturale di cui la Sicilia è stata protagonista nei tempi. Grazie all’esperienza di una pluriennale attività concertistica nei teatri e nelle piazze in Italia e all’Estero, il gruppo porta in concerto uno spaccato della vita siciliana alternando canti d’amore, preghiere, canti di lavoro tradizionali a brani di propria composizione, mescolando tradizione e innovazione in un “sound” che coinvolge direttamente pubblico ed esecutori. Ripercorrendo idealmente le rotte del “mare nostrum”, in un susseguirsi di emozioni e sensazioni di una musica senza tempo, intervallata da danze tradizionali, i dieci musicisti danno vita a

AGRICANTUS: AMATEVI

Buddha Bar IV - Agricantus - Amatevi   Agricantus – Pivio – De Scalzi) Chiancinu l'occhi mei p'un s'asciucari amuri cca t'haju lassari m'accumpagnu p'a via chi me suspiri u cielu supra a mia m'aiuta a chianciri. Luci cu suli – ca luna a notti s'appoja – jornu chi fuji disiu ri paci – scantu ri guerra ciatu – paroli l'acqua s'asciuca – u siccu si vagna disiu ri paci – scantu ri guerra.